Intervista alla scrittrice Joe Lake
- Joe Lake, giornalista e scrittrice veneta, al suo attivo tre romanzi e tanto successo. C'è un genere letterario ben definito al quale si sente di associare i propri lavori?
Domanda difficile alla quale rispondere, perché non mi piace catalogare i miei romanzi in un genere definito, però, se dovessi proprio scegliere, opterei per il thriller. Il mio secondo romanzo “Il Teschio di Baphomet” è, per esempio, un thriller storico, mentre potrei definire “Virtual Life” un fantasy thriller.
- Le sue opere sono estremamente avvincenti e differenti tra loro. Esiste un filo conduttore che lega questi suoi primi romanzi?
Non direi proprio, anche perché i romanzi pubblicati non sono in ordine cronologico, bensì sono 3 dei dodici che ho già scritto, scelti in base alla tematica un po’ diversificata. Spesso il ruolo dell’investigatore privato o dell’ispettore di polizia è presente in molte delle mie storie, ma non in tutte; mi piace alternare figure maschili e femminili dalla spiccata personalità e animate da una ferrea moralità che si scontrano con una realtà corrotta, dove il denaro e il desiderio di potere accompagnano frequentemente interessi politici.
- Qual è stato il punto di svolta, se c'è stato, nella sua carriera di scrittrice?
Fin da bambina mi è sempre piaciuto scrivere, inventando storie, però ho iniziato a scrivere dei veri e propri romanzi molto più tardi, verso i trent’anni, dopo la laurea in Lingue e Letterature straniere che mi ha permesso di acquisire un vasto e variegato bagaglio culturale e letterario, anche se, quando inizio a scrivere un romanzo, non smetto di fare ricerca riguardo gli argomenti inerenti la storia e di ampliare le mie conoscenze.
- Le piacerebbe se un giorno uno dei suoi libri diventasse materiale per un film?
Assolutamente sì, soprattutto perché una grande fonte di ispirazione per le mie storie è proprio il cinema. Molti dei miei lettori mi dicono, infatti, che i miei romanzi sembrano dei film scritti su carta; questi commenti mi fanno molto piacere proprio perché mi rivolgo ad un pubblico non solo fatto di letterati e amanti della lettura, ma anche a persone che, di solito, leggono saltuariamente e, quando leggono, desiderano immergersi nella storia come fossero davanti al grande schermo.
- Quali sono i progetti per il futuro? Può darci qualche anticipazione?
A breve pubblicherò il mio quarto libro, dal titolo “Cannibalism” che, come ho già detto precedentemente, non può essere catalogato in un genere preciso, ma posso assicurare che piacerà molto agli amanti del dottor Hannibal Lecter.